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Con l’arrivo delle suore clarisse cappuccine, villa Montanina sempre più centro di fede e di spiritualità
di GIOVANNI MATTEO FILOSOFO
Sono arrivate in due; oggi sono 3; fra breve saranno in quattro: sono le suore “Clarisse Cappuccine”, che, con la cessazione del monastero della sacra famiglia, a Firenze, chiuso, dopo 300 anni di storia, per penuria di vocazioni, stanno via via trasferendosi a Villa Montanina, attuale sede delle suore Passioniste, in cui, nel 2001, è confluita la Congregazione delle figlie di santa Maria annunciata, l’ordine fondato da don Francesco Galloni, “Angelo del Pasubio”, monsignore e profeta dell’ecumenismo. Proprio alla Montanina si respira sempre più un’aria ricca di spiritualità. Alle monache è stato concesso di abitare la Casa del Buon Pastore, che le prime arrivate (suor Rachele, originaria della repubblica ceka e presidente responsabile dei monasteri del centro Europa, e madre Veronica, di origini toscane), hanno trasformato in una “porziuncola”, un piccolo monastero. Di recente, il vescovo diocesano, Giuliano Brugnotto, è giunto alla Montanina per benedire questa struttura e istituirla come casa religiosa, lodando il lavoro fatto per allestire il parlatorio, che è luogo d’incontro, il coro dove le suore pregano 7 volte al giorno, le stanze per i partecipanti ai corsi residenziali, due cappelline, il refettorio, la stanza degli ospiti e quella capitolare, per le riunioni di altre monache. “Quando siamo arrivate qui – dice suor Rachele – ci sembrava di essere in paradiso, in un ambiente da favola, favorevole alla vita contemplativa. Abbiamo ottenuto di seguire una clausura costituzionale, che ci permette una certa apertura, purché vincolata ad incontri di cultura religiosa, offerti a fedeli laici di questa unità pastorale”. Infatti, durante il recente Avvento, al Buon Pastore si sono svolti ritrovi settimanali di “Lectio divina”. Martedì 16 gennaio, alle 20, ci sarà il primo appuntamento della “scuola di preghiera”, ripetuto ogni terzo martedì del mese, mentre in Quaresima è prevista la “Via Crucis”, sia come meditazione che come percorso in notturna lungo il sentiero che sale il colle, fino al calvario, con stazioni fatte di formelle scolpite dagli artisti di Ortisei. Per maggio, poi, è programmato un corso sul rosario, con preghiera e approfondimento dei misteri. “Nelle nostre intenzioni – afferma suor Rachele – questa casa di formazione accoglierà le monache cappuccine di tutta Europa, che ci verranno per partecipare a percorsi formativi e di approfondimento spirituale”: Però, la vecchia regola di San Benedetto, ora et labora, vale anche per queste monache, che, secondo la tradizione cappuccina, vivono di provvidenza e del lavoro delle proprie mani. Già hanno preparato oltre 200 pacchetti di mele essiccate e di biscotti, barattoli di marmellata, candele decorate. A primavera inizieranno a coltivare erbe aromatiche, per la preparazione di tisane. Prodotti naturali, che si possono avere, senza alcuna costrizione, con una semplice e libera offerta.
RASSEGNA STAMPA
FOTO DELL'INCONTRO CON IL VESCOVO