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26 Dic
Dicembre 26, 2023 ,
4:00 pm
Natale 2023 - il Presepe bulgaro

Programma

Anche quest'anno, sarà possibile visitare il Presepe bulgaro allestito alla "Montanina".

LA PRESENTAZIONE UFFICIALE SI E' SVOLTA IL 26 DICEMBRE ALLE ORE 16:00
Dopo il 26, si potrà visitare tale magia di Betlemme ogni giorno, dalle 15 alle 16.30, fino al 2 febbraio. In altre date e orari, previo appuntamento telefonico.

Luogo

Via Montanina - Mons. Francesco Galloni 1 - 36010 Velo d'Astico

Data & Ora

Dicembre 26, 2023 ,
4:00 pm

Approfondimenti

Altre info

Magico Natale a villa Montanina, con lo storico e originalissimo presepe bulgaro, nel segno della solidarietà

di GIOVANNI MATTEO FILOSOFO

Fra tante poetiche, creative e magiche Natività, rimane un “unicum” il “Presepe bulgaro” della Montanina. Una gemma meravigliosa e preziosa che verrà svelata al pubblico martedì di Santo Stefano, alle 16, quando, prima di alzare l’ultimo velo sull’ennesima rappresentazione, verrà ripercorsa la sua storia, che, anno dopo anno, grazie anche al ritrovamento di inediti documenti, si arricchisce di ulteriori notizie. Sì, perché tale presepe non è solo un segno di fede, ma un prodigio d’arte, pure permeato da ideali filosofici, storici, morali, che sono attualissimi, con un messaggio di pace e di fraternità che sa d’infinito. È certo che ad idearlo nel 1931 fu don Francesco Galloni, profeta dell’ecumenismo, quando si trovava in Bulgaria per la sua missione. Lo volle per rendere palese il mistero della nascita di Gesù, esponendolo nel salone dell’istituto italo-orientale “Leonardo Da Vinci”, della “Pro Oriente”, da lui stesso fondato dopo aver fatto risorgere, dalle macerie della Grande Guerra, la fogazzariana villa Montanina di Velo, sede italiana dell’Opera. Per questo, per fare sentire ancor più vicino lo spirito del Natale alla popolazione di Sofia, volle che i personaggi dei pastori vestissero costumi bulgari. Lui stesso fornì in tal senso foto e disegni agli scultori di Ortisei, che realizzarono almeno una settantina di “statue” che sono un capolavoro di scultura su legno, sbozzato, inciso, cesellato: tanti “pezzi unici”, con personaggi alti fino a 60 centimetri, più animali, fra cui belve feroci, che in quella notte santa, come aveva profetizzato Isaia, erano resi mansueti, al pari degli uomini, dalla luce emanata da quel Cristo bambino. Ora, il fenomeno si ripete. Un volontario, Vittorio Fabrello, sta dando gli ultimi ritocchi all’allestimento in una dépendance della villa. Grazie alla scoperta di alcune fotografie relative al dicembre ’31, nella Notte Santa c’è l’incontro tra occidente ed oriente: pastori bulgari e magi, principi e villani, tutti solidali, ammaliati da quella luce di pace e d’amore, senza limiti e confini. Dopo il 26, si potrà visitare tale magia di Betlemme ogni giorno, dalle 15 alle 16.30, fino al 2 febbraio. In altre date e orari, previo appuntamento telefonico.

 

Il meraviglioso “Presepe bulgaro” della Montanina

di GIOVANNI MATTEO FILOSOF

Il Presepe “bulgaro” della Montanina è, sì, un segno di fede, ma permeato anche da ideali filosofici, storici, morali, che sono attualissimi, con un messaggio di pace e di fraternità che è infinito.
Tale prodigio di creatività e di folclore religioso è stato voluto negli anni ’30 da mons. Galloni, quando si trovava per la sua missione in Bulgaria. Fu allestito per la prima volta proprio a Sòfia, nel Natale 1931, nell’istituto italo-orientale “Leonardo Da Vinci”, della “Pro Oriente”.
Era concepito secondo lo spirito cristiano. Infatti, in esso emerge la realtà della gente a cui veniva proposta la Natività di Cristo, riscontrabile nelle figure, nei costumi, nell’ambiente e in tutto il contesto rappresentato. Ecco, dunque, i costumi bulgari di alcune statue, la presenza di uomini e animali, i paesaggi della terra d’oriente.
Don Francesco aveva affidato la realizzazione delle statue a mani abili ed esperte come quelle dei migliori artigiani della Val Gardena, a cui avena inviato foto, disegni e immagini di pastori bulgari.
Molti personaggi del presepe, infatti, secondo la volontà del committente, dovevano indossare proprio quei costumi, con l’obiettivo di far sentire la gente di Bulgaria ancor più partecipe della poesia di Betlemme. E gli scultori di Ortisei eseguirono alla lettera le sue precise e decise indicazioni, creando con maestria tutta una serie di statue lignee di notevole altezza (circa 50-60 cm).
Dopo un lungo viaggio in ferrovia, queste statue giunsero in tempo per il non facile allestimento nel salone d’onore del grande palazzo dell’Opera, a pochi passi dalla grande cattedrale ortodossa dedicata ad Aleksander Nevski.

Nella rivista “Le vie dell’Oriente” del Natale 1931, così ne parlò Renato della Torre, rivolgendosi a don Galloni:
“Ai bimbi di Bulgaria quest’anno rechi un dono prezioso: il Presepio. Corresti in fretta attraverso i Monti Pallidi, in questo autunno, per giungere là dove s’apre una valle che ci apparve punteggiata di tremolanti e intermittenti luci, a sera inoltrata…. E tu vedevi scendere dall’incanto delle solitudini alpestri, pastori e greggi e armenti che mani abili della gente della Val Gardena dal duro legno composero, statuette tanto vive per verità ed espressione, e poi le belve, la cui ferocia parve ammansirsi nella Santa Notte di Betlemme, e quindi una lunga carovana di cammelli e cortei d’elefanti, e tutti correr verso Oriente a formare il presepio per la gioia dei bimbi di Bulgaria….”
Quando poi, per ordine del governo filosovietico andato al potere, la “casa” di Sofia fu chiusa e a don Francesco fu impedito di rientrare in Bulgaria, quel presepe fu portato qui alla Montanina.
Per molti anni, ad ogni Natale, esso trovò spazio nell’ampio salone fogazzariano, occupandolo quasi per intero.
Poi, con la progressiva chiusura delle Scuole dell’Istituto, la tradizione natalizia del caratteristico presepio non fu più rispettata, salvo un paio di sporadiche riapparizioni,
Il presepe “italo-bulgaro”, dopo il 2010, è stato riallestito con più stabilità alla Montanina.

Proprio durante quest’ultimo allestimento, di un anno fa, ci si è chiesti il perché della presenza delle “belve” tra i vari personaggi.
La risposta la si può trovare nella volontà di don Francesco, che intendeva donare e far conoscere ai Bulgari una Natività, che fosse rappresentata secondo i dettami biblici.
Proprio in “Isaia 11, versetti 1-10”, si legge, infatti, che in quella Notte Santa non solo i pastori, ma anche le belve accorsero alla grotta di Gesù, ammansite dalla nascita del Bambino. A significare che, in un mondo ideale, uomini e animali potrebbero convivere pacificamente, vivendo lo spirito della rinascita del Cristo.

Ecco alcuni stralci di questa “convivenza”:

* Il lupo dimorerà insieme con l'agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà.
* La vacca e l'orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
* Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.
* Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte,
perché la saggezza del Signore riempirà il paese
come le acque ricoprono il mare.
* In quel giorno
la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli,
le genti la cercheranno con ansia,
la sua dimora sarà gloriosa.

Anche per questo tale presepe rimane qualcosa di meraviglioso: una gemma preziosa e unica fra tante poetiche e magiche Natività.

 

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